Chef Alessandro Borghese termina stasera 26 giugno il suo viaggio nella capitale italiana del pesce per eleggere il miglior ristorante di pesce di Milano
Il Mercato Ittico più grande del nostro Paese, nonché il più importante del Sud Europa, è a Milano, che può essere definita la città del pesce più fresco d’Italia. Non solo moda, design e… cotoletta, la città della Madonnina è capitale anche della cucina di pesce, ed ecco che il van di Chef Alessandro Borghese lo show produzione Sky Original realizzata da Banijay Italia, corre proprio alla scoperta di questo settore della ristorazione meneghina. L’ultimo appuntamento di questo ciclo di episodi di “Alessandro Borghese 4 Ristoranti”, domenica 26 giugno alle 21:15 su Sky Uno, sempre disponibile on demand, visibile su Sky Go e in streaming su NOW, va alla ricerca del Miglior ristorante di pesce di Milano.
Nell’episodio esplora questo mondo fatto di piatti intramontabili come spaghetti alle vongole, fritture e plateau di crudo ma anche di contaminazioni e rivisitazioni che strizzano l’occhio alla cucina tipica milanese e anche all’Oriente, nel rispetto dello stile cosmopolita della città.
Anche per questa ultima settimana quattro ristoratori, ognuno desideroso di dimostrare di essere il migliore, saranno in gara per ottenere l’agognato, amatissimo e inconfondibile “dieci” dello chef. In gara ci sono Filippo per El Pecà, Giulia con il suo Ristorante Da Giulia, Nicolas con il suo T4 Bistrot Exprerience, Danilo con Shannara 2.
Come sempre, i quattro ristoratori si sfideranno per stabilire chi tra di loro è il migliore in una determinata categoria. Ogni ristoratore invita gli altri tre che, accompagnati dallo chef Borghese, commentano e votano con un punteggio da 0 a 10 location, menu, servizio, conto del ristorante che li ospita e la categoria Special, che cambia di puntata in puntata: tutti e quattro gli sfidanti, infatti, dovranno confrontarsi su uno stesso piatto, protagonista di quella puntata, così da rendere la gara tra loro sempre più diretta e intensa, senza esclusione di colpi.
Questa settimana in cui si elegge il miglior ristorante di pesce, la categoria Special sarà la regina della cucina di mare, la frittura di pesce, il piatto più classico che su ogni costa italiana la fa da padrone: classica o rivisitata, delicata o arricchita, ogni ristoratore ha un segreto per personalizzarla per renderla indimenticabile.
In palio per il vincitore di ciascuna puntata, l’ambitissimo titolo di miglior ristorante e un contributo economico da investire nella propria attività.
Come da tradizione, ogni pasto è preceduto dalla scrupolosa ispezione dello chef Borghese della cucina del ristorante. Tutto viene osservato nei minimi dettagli, per un’analisi che prosegue poi anche durante il pasto, concentrandosi sul personale di sala, messo alla prova su accoglienza, servizio al tavolo, descrizione del piatto e del vino. Solo alla fine si scopre il giudizio di chef Borghese, che con i suoi voti può confermare o ribaltare l’intera classifica.
Tutti i ristoranti che partecipano al programma sono identificabili attraverso un “bollino” 4 RISTORANTI esposto all’esterno, una rete di locali testati da chi se ne intende: i ristoratori stessi.
I RISTORANTI DELL’EPISODIO DI MILANO
El Pecà: in via Orti, zona Porta Romana, un tempo quartiere “a luci rosse” di Milano, Filippo ha aperto questo locale chiamandolo “Il peccato”… «di gola, ovviamente! – ironizza – È un omaggio alla Milano di un tempo»: quella Milano dei racconti dei genitori (suo padre era il noto conduttore tv Cesare Cadeo), una Milano che era metropoli ma già con una ricca vita di quartiere. La cucina è semplice ma non banale, con richiami alla tradizione milanese (come la Milano al Mare, la rivisitazione della cotoletta alla milanese con il trancio di tonno rosso), e il risotto Tabù fatto con pistilli di zafferano, gambero rosso crudo e liquirizia. El Pecà è un bistrot curato e raffinato, senza tovaglie ma con tovagliette moderne e segnaposto a forma di pesciolini, con un gusto contemporaneo ma caldo, totalmente scelto da Filippo.
Ristorante Da Giulia: un angolo di Puglia tra Sarpi e Sempione, grazie alla cucina verace e passionale di Giulia, così esigente sulle materie prime che lì ormai tutti la conoscono. Un po’ come al ristorante. Arrivata a Milano 40 anni fa per amore, è rimasta fedele alla sua terra; Chef del ristorante insieme al figlio, propone una cucina classica con un occhio di riguardo ai crudi. Per lei cucina fusion o tecniche moderne «non hanno senso». Da Giulia è un grande e accogliente ristorante di pesce che urla tradizione in ogni dettaglio. Un acquario incornicia la sala arredata con gusto classico.
T4 Bistrot Exprerience: in Porta Genova, a ridosso dei Navigli, c’è il T4 Bistrot Experience di Nicolas, lo chef. Dopo molte esperienze (anche stellate) in giro per il mondo, si è fermato a Milano per amore. La cucina scorre nelle sue vene, i nonni erano gastronomi. Hanno solo padelle in ferro e ghisa, propongono salse di tutti i tipi. Più che fusion, ma Nicolas si definisce volentieri «”confusion”: qui lo staff è vestito in maniera informale, l’ambiente è un mix tra gli anni ‘30 e gli anni ‘70, la cucina mischia il mio background e la clientela è giovane e variegata». Il T4, chiamato così perché in Via Tortona 4, è contaminato anche nell’arredamento: lampadari antichi stile anni ‘30 con tocchi urban come i mattoni a vista e tovagliato bianco ed elegante. È presente anche uno Chef’s table in una nicchia per chi vuole stare appartato.
Shannara 2: in zona Lodi c’è Shannara 2, gestito dal milanese Danilo, che ricopre a suo dire un ruolo di «jolly tra la cucina e la sala: dove c’è bisogno vado, devo avere tutto sotto controllo». La parola d’ordine per lui è “top”, dalle materie prime alle scelte gastronomiche. All’interno dell’acquario del ristorante si trovano solo eccellenze: astici blu, astici jumbo, king crab, ostriche. Propone una cucina tradizionale di pesce, dal plateau di crudi ai taglioni con calamari e bottarga (preparata personalmente), senza dimenticare qualche abbinamento particolare come l’involtino di tonno con crema di bufala e olio tartufato o il carpaccio di branzino con pecorino sardo grattugiato. La location è meno top del menù, ma per scelta: «La mia idea di perfezione è: 20 coperti, 3 dipendenti, qualità, freschezza dei prodotti e prezzi onesti», dice. Shannara 2 si chiama così in onore di una serie di romanzi fantasy di cui Danilo è fan e perché anni fa ne avevi aperti altri insieme a un socio. La location è divisa in due ambienti: uno al piano terra, molto razionale nell’arredamento, dove si trova l’acquario; un altro interrato, con mattoni a vista e le bottiglie di vino esposte.
Come sempre non ci resta che darti appuntamento stasera con “Alessandro Borghese 4 Ristoranti” per scoprire insieme chi si aggiudicherà il titolo di “Miglior ristorante di pesce di Milano”.