Da ieri tutti noi, soprattutto noi 40enni, siamo un po’ orfani. Ha illuminato i nostri splendidi anni ’90 con la sua preziosa voce. Ciao Dolores, non potremo mai dimenticarti
Una timbrica inconfondibile, particolarissima, impossibile non attribuirla a lei. Forse influenzata da quando bambina cantava i canti gregoriani in chiesa perché di famiglia cattolica, aveva sviluppato uno stile assolutamente originale che coniugava la tradizione celtica al rock più innovativo. Ieri, a soli 46 anni, purtroppo ci ha lasciato. Ormai tutti avrete già appreso la notizia dell’improvvisa morte di Dolores O’ Riordan, leader dei Cranberries, una voce che non potremo mai dimenticare, che identifica perfettamente gli anni Novanta a cui ci riporta in un baleno, non appena inizia a cantare, facendoci rivivere in maniera nitida le atmosfere di noi ventenni di allora.
Per ora, come già avrete letto, quel poco che ci è dato di sapere è che la cantante irlandese si trovava a Londra per una breve sessione di registrazione. Nel maggio scorso, a causa di quelle che erano state ufficialmente dichiarate terapie per curare un mal di schiena, erano state annullate tutte le date del tour europeo.
La vita della O’ Riordan è stata spesso segnata da passaggi e momenti molto difficili. La sua ribellione avviene a 18 anni quando decide di entrare in una band dopo aver letto un annuncio su un giornale locale: la band Cranberries Saw Us cercava una cantante.
L’artista ha poi raccontato di essere stata vittima da parte di un componente della sua famiglia di ripetuti abusi dagli 8 ai 12 anni, che la hanno portata a sviluppare per diverso tempo un disturbo alimentare.
A contribuire alla sua ripresa l’amore di quello che è stato suo marito per vent’anni: Don Burton, il manager dei Duran Duran, da cui ha avuto tre figli.
Con i Cranberries la O’ Riordan ha pubblicato sette dischi, l’ultimo l’anno scorso. Il primo successo è Linger (1993) che scalò la top ten americana e irlandese. Nel 1994 esce l’album di maggior successo: No Need to Argue, che ha venduto nel mondo circa 17 milioni di copie.
Al suo interno è contenuta l’immensa Zombie, , il successo che diede al gruppo la fama internazionale e la canzone forse più famosa e nota degli anni ’90. Il testo è stato scritto dopo gli attacchi di Warrington compiuti dall’IRA, l’organizzazione militare indipendentista irlandese, nel corso dei quali furono uccisi un bambino di 3 anni e uno di 12. Il testo parla di questo, delle violenze del Novecento compiute per la lotta dell’indipendenza dell’Irlanda del Nord dal Regno Unito.
Dopo 40 milioni di dischi venduti e 13 anni con i Cranberries, Dolores decide di intraprendere la cantante da solista ed esce nel 2007 con l’album Listening.
Molte le collaborazioni anche con artisti italiani tra cui Zucchero in Pure Love e Giuliano Sangiorgi che con lei incise Senza fiato.
Il cantante dei Negramaro, sconvolto dalla notizia della sua scomparsa, ha postato per lei su Facebook una lettera molto toccante di cui vogliamo riprodurvene un estratto:
Ti ho vissuta sempre come un sogno. Lo sapevo che non avrei dovuto farlo. Avrei dovuto viverti come un giorno qualunque. Da sveglio, sveglissimo. Come una persona qualsiasi, magari conosciuta in un viaggio insieme. Avrei dovuto essere meno rispettoso delle distanze, come se non fossero mai esistite e, invece, ti ho trattato come una leggenda, perché questo sei per quelli come noi e per il mondo intero, per la generazione di “zombie” che hai lasciato orfani della voce più rivoluzionaria degli ultimi 40 anni. Avrei dovuto ridurle, quelle maledette distanze…
Degna di assoluta menzione una delle sue più toccanti interpretazioni: l’Ave Maria di Schubert, cantata a cappella, per la colonna sonora del film La passione di Cristo di Mel Gibson nel 2004 ed eseguita anche al Festival di Sanremo e in duetto con Big Luciano nel suo Pavarotti & Friends.
Dolores ha preso parte a molte edizioni del Concerto di Natale in Vaticano, nel 2001, nel 2002 e 2013, interpretando anche il Panis Angelicus di César Franck.