Recensione in anteprima di “2:22 – Il destino è già scritto”: un thriller romantico giocato sulla ripetitività ossessiva di pattern temporali uscirà nelle sale il 29 giugno prossimo distribuito dalla Notorious Pictures

2:22 la nuova pellicola del regista Paul Currie, prodotto da lui stesso, è un film sul tempo, su come ogni giorno alle 2:22 pm si ripetano, secondo un precisissimo ma misterioso schema nascosto, gli stessi eventi. Il protagonista della storia, Dylan Branson, interpretato da Michiel Huisman (World War Z e Il trono di spade), ben presto si rende conto che tale ripetitività è qualcosa che va ben al di là di quelle che potrebbero essere definite “semplici coincidenze”. C’è molto, molto di più.

Nel film di Paul Currie, regista australiano e produttore, tra l’altro, del film vincitore quest’anno di due Oscar, La battaglia di Hacksaw Ridge, tutto ha inizio quando un giorno Dylan, controllore del traffico aereo a New York City, viene paralizzato per alcuni secondi da un accecante lampo di luce. Sono le 2:22 pm e, a causa di questo momento di assenza di Dylan, per un soffio due aerei turistici evitano una collisione in aria. Dylan viene sospeso dal servizio. Trovandosi a casa, con molto tempo a disposizione, è facile per lui prestare maggiore attenzione a ciò che gli accade intorno. Non gli occorrerà molto tempo per fare caso a come alcuni suoni ed eventi si ripetano seguendo sempre la stessa sequenza ogni giorno alle 2:22 pm: un aereo che vola basso, lo stridere degli pneumatici sull’asfalto e altri piccoli avvenimenti.

Inizia così a delinearsi uno schema nascosto che porta il nostro protagonista nella storica Gran Central Station di New York ogni giorno proprio alle 2:22 pm dove la catena di ripetizioni di eventi continua: un uomo d’affari legge un giornale, una coppia si abbraccia, alcuni studenti attraversano l’atrio…

All’interno della regolare successione degli eventi che si ripeterà, appunto, il giorno seguente, si “colloca” l’incontro, che pare casuale, tra una bellissima ragazza, Sarah, interpretata da Teresa Palmer (La battaglia di Hacksaw Ridge, Point Break), e il nostro protagonista. Sarah lavora in una galleria d’arte ed è uno dei passeggeri scampati alla tragedia in volo di cui, in qualche modo, Dylan è responsabile. Tra i due si percepisce da subito una fortissima attrazione, quasi come si conoscessero da sempre: hanno quel tipo di sintonia che capita una sola volta nella vita. Sarah è come se riportasse Dylan alla vita che, dopo la sospensione dal lavoro, si sente perso. Presto il loro rapporto sembra subire l’influsso tormentato di strane forze che paiono muoversi dal profondo di ciascuno di loro. È come se le loro anime si fossero già incontrate in una vita precedente ma in una situazione diversa, dove amore e paura convivono.

2:22, infatti, è un film che parla anche della paura dell’amore e del passato che può svelarsi a noi nel presente in modo angosciante.

Una storia forte, difficile da catalogare in un genere cinematografico preciso. Il film di Currie è il racconto di un giovane che vuole proteggere a ogni costo la donna della sua vita, anche se questo significherà lottare contro il tempo. Un tempo che è amico e nemico allo stesso tempo.

Lo spettatore si appassionerà alle vicende del film e al mistero che lo sottende. Resterà ben incollato alla poltrona fino all’ultima scena.